Giovanni Paolo II a Varsavia ha lasciato un bellissimo messaggio, posto sulla Chiesa Sant’Anna.
La straordinaria e poliedrica personalità di Papa Giovanni Paolo II ha creato un legame speciale tra le mie due città, Roma e Varsavia.
Le celebrazioni per la sua beatificazione hanno unito ancora di più l’Italia e la Polonia.
Quando ho visitato il centro storico di Varsavia, cominciando con una passeggiata dalla via reale, mi sono accorta della targa, che riporta la frase di cui dicevo prima:
“io vi ho cercato. Voi siete venuti da me e per questo vi ringrazio”.
E’ stato una guida per i credenti, ma anche per i laici, conquistando, con capacità comunicative e creative, i popoli di tutto il mondo. Ed oggi è ancora ricordato con tantissimo affetto.
Il suo carisma, la sua fermezza e il suo esempio hanno aperto i cuori a milioni di fedeli, e non, nel mondo.
Ricordo che noi romani lo amavamo per quella sua frase in dialetto “damose da fa, volemose bene”, rivolta ai parroci di Roma.
Quando sono andata a visitare la città di Lublino ho ammirato il monumento dedicato a lui e al suo miglior amico, il primate di Polonia, Stefan Wyszyński, che è seppellito nella Cattedrale del Martirio di San Giovanni Battista.
I romani sono stati affascinati fin da quando, quel 16 ottobre 1978, pronunciò, emozionato perché appena diventato Papa,“se mi sbaglio mi corigerete”.
A Varsavia gli è stata dedicata una mostra fotografica e diversi monumenti dedicati a Giovanni Paolo II sono presenti in città.
Sua madre Emilia lo chiamava Lolek, il diminuitivo di Karol, lo stesso nome di suo padre, che era un ufficiale polacco.
Disse “il Papa non può rimanere prigioniero del Vaticano. Voglio andare da tutti, dai nomadi delle steppe, dai monaci e dalle suore dei conventi, voglio attraversare la soglia di ogni casa”.
Il suo primo viaggio in Polonia si svolse dal 2 al 10 giugno 1979, arrivando a Varsavia e scortato fino al centro della città. La gente lo acclamava e lo salutava, come possiamo immaginare.
Ovunque c’erano bandiere polacche e papali, foto del Papa. Un evento storico, col partito comunista che aveva reso lo Stato ufficialmente ateo.
Giovanni Paolo II a Varsavia tenne un discorso il 2 giugno, in quella che era piazza della Vittoria (Plac Zwycięstwa fino al 1990 e oggi Plac marsz. Józefa Piłsudskiego), davanti ad una croce gigantesca alta venti metri, con il simbolo della Vergine Nera di Częstochowa.
Pronunciò alla folla di fedeli “Che lo Spirito Santo scenda e rinnovi la faccia della terra… questa terra”. Lo fece, ovviamente in lingua polacca, e la parola terra è uno dei sinonimi per parlare di Patria.
Da quel viaggio in Polonia di Papa Giovanni II iniziarono cambiamenti sociali e politici nel Paese. Poi avvennero cambiamenti anche negli altri Paesi comunisti, dall’abbattimento del Muro di Berlino alla democrazia nell’Est Europa.
2 commenti su “Giovanni Paolo II a Varsavia”-
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Michela
(18 Settembre 2020 - 22:46)non conoscevo questa particolare frase di woityla. Un papa mitico per tutti noi , una vita volta a far del bene e sempre senza mai perdere di vista le sue radici polacche . Grazie per il bel post
Bella Varsavia
(19 Settembre 2020 - 16:42)Ciao Michela, grazie a te; si quando è morto è stato un dolore immenso anche per tutti noi italiani.