Perché vivo a Varsavia?
Capitano momenti nella vita che ti possono far prendere decisioni importanti.
Le decisioni si possono prendere anche davanti ad un tramonto. Non parlo solo di decisioni che la maggior parte prende, come sposarsi, formare una famiglia, comprare una casa.
Quando viaggi può capitare di pensare a quanto sia bella la città appena scoperta e dire ci tornerò, vorrei viverci.
In effetti prima di fare un viaggio in Polonia ero rimasta affascinata da altre città tanto da pensare di andarci a vivere, ma poi non l’ho davvero fatto.
Poi mi è capitata una cosa e mi son detta ci provo, vivo a Varsavia.
Ma che ci fai in Polonia? Perché vivi al freddo? Come si vive qui?
Quante volte mi hanno fatto queste domande, tantissime!
Camminavo per il centro storico di Varsavia, facendo foto come un qualsiasi turista. Me ne andavo in giro per vedere come mai mi fosse sfuggita la capitale della Polonia, un Paese in cui ancora non ero mai stata.
Arrivata, dopo una passeggiata in bicicletta a noleggio, dalla Via Reale al Centro storico sono rimasta senza parole. Era una bellissima giornata di sole, sì a volte il sole si fa vedere!
Ormai anche in Polonia l’estate regala periodi di caldo meraviglioso.
I primi palazzi, di fronte al Castello Reale di Varsavia mi sembravano finti, fatti di carta pesta. Sono andata addirittura a toccarli.
Avevo letto che fosse una città completamente ricostruita, perché bombardata da Hitler durante la seconda guerra mondiale, ma non conoscevo la sua storia.
Del resto noi italiani non conosciamo in modo approfondito la guerra in Polonia e cosa è stato fatto qui.
Conosciamo i campi di concentramento ma non si conosce niente della Rivolta di Varsavia. Ed io l’ho scoperto ritrovandomi in una giornata di celebrazioni in cui la città si congela. Varsavia si ferma.
Tutto si ferma. Tutto. Pedoni, automobili, bus e tram. Respiri. Nessuno cammina, o guida, o mangia, o parla. Tutti fermi. Ed io mi ci sono ritrovata in mezzo.
Camminavo e facevo foto da turista. Non capivo cosa stesse accadendo, e ad un certo punto ho avuto paura di non sapere cosa fosse accaduto alla gente. Tutti fermi, tutti zitti. Non battevano nemmeno le ciglia.
Sensazioni incredibili, emozioni, adrenalina, curiosità. Tutti fermi per tantissimo tempo. Almeno a me sembrò tantissimo tempo.
Lacrime, tantissime. Ero piena di lacrime e non sapevo perché. Vedevo gli altri piangere. Come quando si piange quando qualcuno di caro muore.
Poi ho scoperto che la Polonia in quella giornata piange e ricorda. E si ferma.
Tutti si fermano. UN MINUTO. Solo un minuto?
A me sembrò un’ora. Incredibile quante emozioni può scatenare un momento di gloria, onore e memoria. Un minuto per celebrare e ricordare i caduti dell’insurrezione di Varsavia.
Qualcosa, più di qualcosa, questa giornata mi ha scatenato, che mi è cosi rimasto dentro da decidere di vivere a Varsavia. Era il 1 agosto 2014 ed ogni anno il 1 agosto alle ore 17 celebro anche io i caduti della Rivolta.
Quei ribelli, che se pur affamati, terrorizzati e delusi, tentarono di cacciare i nazisti dalla loro terra, sfidando la morte certa, invece, di scappare.
Vivo a Varsavia, e vi assicuro che un giorno non basta.
Si vero, è ricostruita, ma solo qui, dopo aver girato mezzo mondo, ho sentito vibrazioni che girano nell’aria ancora dopo 76 anni, perché la rivolta fu il 1 agosto 1944 alle ore 17
Venite a visitare Varsavia, posso farvela scoprire sentendola con il cuore, quello che questa città di me ha rapito!
Tanti tour offerti su Civitatis per Varsavia, Cracovia, Danzica, Katowice, Poznan, Breslavia.