Oh mio Dio, è morto a Bielany

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Da quando vivo a Varsavia di cose, belle e brutte, me ne sono capitate davvero tante, ma a Bielany è stato particolare.

Ho conosciuto una ragazza, che si chiama Gaia, e mi segue sulla fan page di facebook, legata al blog.

Spesso mi capita di incontrare qualcuno di voi e sono nate anche delle bellissime amicizie.

Lei è una ragazza italo-polacca che vive tra la Polonia e l’Italia, e ci siamo raccontate un pò le esperienze tra i due Paesi.

Ora vi starete chiedendo ma cosa c’entra questo incontro, con una tua follower, ed un morto? Ve lo spiego subito.

Quando abbiamo parlato delle zone di Varsavia in cui viviamo lei mi dice che sta a Bielany, che si trova nella parte settentrionale della città.

Mi descrive un pò i luoghi che frequenta in questa zona, ma io non li conosco, perché in effetti ci sono stata soltanto una volta. Quando andai all’ospedale di Bielany.

Le racconto cosa mi è successo, ride e mi prega di raccontarlo qui sul blog!

Tempo fa, stranamente, nel centro medico dove sono abbonata non potevano farmi un esame del sangue particolare.

Perciò il medico mi consigliò di recarmi a Bielany per fare il prelievo. Una mattina andai lì, in macchina con mio marito, ma non si trovava parcheggio. Già dall’esterno mi faceva un po’ orrore, come qualsiasi ospedale vecchiotto.

Ci siamo recati nella parte posteriore dell’ospedale, cercando un posto, ma non trovandolo mio marito mi ha aspettata in macchina, mentre io cercavo un ingresso.

Mi incammino e vedo un cartello con scritto wejście. Nel mio solito dubbio amletico sul polacco non riesco a ricordare se significa ingresso oppure uscita.

Sono molto simili come parole: ingresso si dice wejście, uscita si dice wyjście.

Decido di provare, apro la porta, e… vedo un morto. Un signore anziano nella bara.

Mi gelo, chiudo la porta, e torno in macchina, e mio marito mi dice “cavolo che velocità, già fatto il prelievo e come sempre diventi bianca, ora facciamo colazione”.

Giuro che ora ricordo benissimo la differenza tra le due parole. Comunque spaventiamoci di alcuni vivi, e non dei morti!

A volte la vita è davvero strana. Raccontando a Gaia questo episodio non avrei mai immaginato che, tornando a casa, sarei stata attaccata da un corvo.

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Autore dell'articolo: Bella Varsavia

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